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Paolo Milzani

Rétro - 2010

I testi di "Rétro" - Playlist & Credits

Copertina Album Rétro

Artista: Paolo Milzani
Titolo: "Rétro"
Uscita: aprile 2010

Playlist & Credits: Scarpe Americane (Musica: P. Milzani Testo: P. Milzani – C. Comini); L’Arnaldo (Musica: P. Milzani Testo: P. Milzani – G.C. Cinelli); Tutte le medaglie che porto (Parole e musica: P. Milzani); Le signore di Milano (Musica: P. Milzani – G.C. Cinelli Parole: P. Milzani); Un valzer per me (Parole e Musica: P. Milzani); A casa di Dio; Parole e Musica: P. Milzani); Bonnie (Parole e musica: P. Milzani); Adieu Mon Amour (Musica: P. Milzani Parole: P.Milzani – C. Comini PM: Chitarre, Basso, Voce); Cosa darei (Musica: P. Milzani Parole: P. Milzani); Vado via (Libera traduzione del brano "Far away" Nell’originale: musica di Marcel Dadì e parole di Gary Peterson (Versione italiana: testo di P. Milzani); Ora (Parole e musica: P. Milzani); Corde (Musica: P. Milzani) Corvina Nera (live - Parole e musica: P. Milzani).

Prodotto da: Charlie Cinelli
Arrangiato e mixato da: Paolo Milzani
Fotografie: Dario Pironi

Bio-discografia: Bresciano dell’entroterra gardesano, Milzani non è un nome nuovo per la musica italiana. Dopo la solita gavetta con gruppi vari, in gara al Festival di Sanremo (2001) nella sezione Nuove Proposte alla guida dei Pincapallina, conobbe Roberto Colombo e Antonella Ruggiero. Un fortunato incontro, da cui nacquero nove canzoni per l’ultimo album della Ruggiero (2003) e sollecitazioni che hanno spinto Paolo Milzani a comporre il primo tassello della sua vicenda da cantautore, Nudist ed altre storie (2004) un lavoro variegato, le cui canzoni, avvolte da una strumentazione tradizionale (chitarre, violino, mandolini, fisa, contrabbasso, tuba, grancassa, batteria e percussioni) e ispirate dal romanzo di Sepulveda Le rose di Atacama, sembrano una raccolta di storie, come quelle che una volta ascoltavamo dai nostri nonni. Un disco ricco, di suoni e di parole, che ci presenta un personaggio dotato di una profonda sensibilità umana e musicale, doti "antiche" sempre più rare e preziose.

Il disco: "L’ho scritto fondamentalmente perché non avrei potuto farne a meno". È un lapidario Paolo Milzani che ci presenta "Rétro", sua ultima fatica. "Arrivato ad un certo punto – spiega - ero come saturo di canzoni che mi giravano per la testa e ormai so che l'unico modo per liberarmene è "buttarle giù". Bresciano e "felicemente innamorato della mia terra", riempie di questo sentimento il nuovo album che del resto ha visto la luce sotto il consiglio dell’amico Charlie Cinelli . La Valtenesi, dove Paolo vive, Rezzato in cui ha trascorso l’infanzia sono presenti nei testi, in cui compare anche un lago da favola "il Garda, che su di me esercita da sempre un fascino irresistibile". Se è vero che solo un bresciano può dire con certezza da che parte è girato l'Arnaldo e che solo a Brescia è noto che nominando la "casa di Dio" non si allude univocamente al Paradiso, il sapore locale non disturba l’intenzione più ampia di Paolo, il desiderio di arrivare a tutti "magari mentre guidano, con l’autoradio accesa", accompagnando con note e parole la migliore dimensione umana, quella della conoscenza e del viaggio, appunto. Il titolo Rétro, una parola recuperata con sfumature tra il tenero e l’esotico, ci avverte al principio di un percorso che è forse ripescaggio e mai banalità. È lo sguardo dell’autore uscito dalla sua "formazione", dalle suggestioni del mondo che mentre cresceva lo circondava. Con i suoi personaggi, i suoi discorsi e le sue farneticazioni, i suoi eroi e i suoi personaggi da fumetto, che ora sfilano dignitosamente in un racconto dietro le cui parole, perennemente, si avverte un sorriso. La regia dei testi è attenta, preferisce la suggestione alla citazione, riporta con esattezza ad atmosfere e fatti eppure lascia ampio respiro all’interpretazione (nessuno, che non sia bresciano, potrebbe sentirsi escluso dalla comprensione). Nelle soluzioni musicali, "ho realizzato canzoni dal sapore vecchio – spiega Paolo - utilizzando la più moderna tecnologia a disposizione tra nuovi Mac ultra piatti e schede audio in grado di registrare ad una incredibile definizione".

L’amore per una musica che profuma di legno, di liuteria, dell'ossido lasciato sulle dita dalle corde della chitarra convive a suo perfetto agio con la musica elettronica. "Bisogna solo resistere alla tentazione di rifare e risuonare troppe volte le stesse cose alla ricerca di chissà quale perfezione, ma mantenere un'interpretazione il più possibile "calda e umana". Mi piacciono tanto i Kraftwerk quanto Neil Young, i Depeche Mode quanto CSN. E chissà, prima o poi mi toglierò lo sfizio di fare un disco estremamente elettronico (non vedo l'ora)". "A legare "Nudist" e "Rétro", c’ è una versione live di "Corvina nera". E nel mio sguardo, benché i due dischi non si somiglino poi tanto, entrambi rispondono con coerenza a diverse fasi della mia visione umana e artistica. Diversi perché cambiamo e veniamo cambiati, e la penna e il cuore registrano ogni variazione. Diversi perché chiedo a me stesso qualcosa di unico ad ogni tappa. E sono al momento concentratissimo sulla prossima".