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Paolo Milzani

I Testi di Rétro

• Scarpe Americane
(Musica: P. Milzani Testo: P. Milzani – C. Comini)

È finita la grande guerra da cinque mesi o forse più
Ecco i vivi alla loro terra, resta il fatto non torni tu
Ma io ho qualcuno da aspettare e voi dite che non tornerà
Tornerà, perché ha braccia grandi, gambe forti e su quelle tornerà
Tace il vento sulla pianura, bentornata normalità
Fischia il treno e non fa più paura, attraversa la mia città
Ed io ti conosco non lo prenderai ci scommetterei
Tornerai con le tue gambe, gambe forti, su quelle tornerai.
Vino buono nelle cantine, oro giallo nei miei granai
Ti ho tessuto mani contadine, ma da grande mi ringrazierai
Che poi serviranno quando tornerai, forte come sei
C’è bisogno di braccia grandi, gambe forti, su quelle tornerai
C’è uno zoppo nel mio cortile, che ci fai forestiero qua
Gambe snelle e vita più sottile, sei tornato che sei la metà
Ma dai, guarda chi l’avrebbe detto mai, dimmi come tai
Ti ho portato scarpe americane, quasi nuove sono scarpe da tip tap

• L’Arnaldo
(Musica: P. Milzani Testo: P. Milzani – G.C. Cinelli)

Passa di qua, passa di qua
Tutti gli anni il giro d’Italia, le auto della Mille miglia
Partono girano e tornano qui
E fanno così, fanno così impressione a chi non li ha mai visti
Grandi stormi di ciclisti salgono scendono e tornano qua
Vàrdei de ché, vàrdei de là, biscutì con de 'l marsala postegiàcc en tèrsa fila, cara la màma come la sta? E i fa cosè i fa cosà, i g'ha töcc un gran de fa viva viva l'ocidènt e chèst'aria de cità
Giratemi davanti a questa vecchia visuale
che anche l’altra non è male ma ne vedo solo metà
Io resto qui su questa pietra fermo ed inclinato
Mi ci sono abituato con il tempo e con l’età
Passa de ché passa de là, sö e zó per el calvario le auto in senso antiorario dal castèl a la cità E vàrdei ché, vàrdei là, i somèa 'nfina Bernardo pròpe come 'ndèl sò sguardo, i'è le guardie sènsa pietà
Oggi che è un buon giorno
vabbè non mi lamento perché sono un monumento
ma accidenti al caldo che fa
starò così, fermo così
aspettando un buon segnale nel mio saio medioevale
unica cosa di mia proprietà
Ultìm de l' ótra banda me só stöf de vardà 'n piàssa òi vultàm en vèrs Venéssia 'ndó gh'è l'aria, 'ndó gh'è 'l mar e ó àlter bèi distinti, sintàcc zó co le insalate 'ncuntintìf de le cülàte e salüdìm el vòs bubà
Passa di qua, passa di qua
Tutti gli anni il giro d’Italia, le auto della Mille Miglia
Partono girano e tornano qui
E fanno così, fanno così impressione ed io non li ho mai visti
Sento il suono dei cronisti e vedo la gente che passa di qua
Giratemi davanti a questa vecchia visuale
che anche l’altra non è male ma ne vedo solo metà
Io resto qui su questa pietra fermo ed inclinato
Mi ci sono abituato con il tempo e con l’età
Giratemi e cambiate questa vecchia visuale
Verso Venezia voglio guardare che aria di mare il vento farà
E voi così distinti ai tavolini ed al sicuro
Accontentatevi del culo e salutatemi il papà

• Tutte le medaglie che porto
(Parole e musica: P. Milzani)

Sarà stato questo lago oppure il tuo vestito verde
Che mi sento così strano, come un bimbo che si perde
Ma conosco la mia strada, so la via che fa ritorno
Dritto in fondo alla contrada la collina del buon giorno
E in quella casa col giardino intorno, scrivo poesie
Tutte le medaglie che porto sono le mie
Condannato all’acqua dolce, lavo le mie mani
Al resto del mio corpo ci pensano i miei cani
E in una botte troppo piccola ripiena di coraggio
Custodisco la memoria di ogni mio eroico viaggio
E in casa con la pioggia di maggio scrivo poesie
Tutte le medaglie che porto sono le mie
Non c’è pietra non c’è stanza e nessun nobile amico
Senza mia autorizzazione in perfetto falso antico
Dall’estremo Oriente colleziono stoffe rare
Come è bella questa casa a centotrenta mila lire
E nelle notti dall’imbrunire, scrivo poesie
Tutte le medaglie che porto sono le mie
Scriverò più del mio polso che appare vecchio e stanco
Farò delle cartacce prezioso marmo bianco
E con la fretta che si addice solo ad un pazzo che vaneggia
Sarà della mia casa la mia tomba e la mia reggia
E nel giardino mentre suona la pioggia, scrivo poesie
Tutte le medaglie che porto sono le mie

• Le signore di Milano
(Musica: P. Milzani – G.C. Cinelli Parole: P. Milzani)

Le signore di Milano non ci sanno camminare
Hanno i tacchi troppo alti per i ciottoli di lago
Mentre io ho imparato bene, ho imparato così bene
Che ci posso volteggiare quasi senza farci caso
Le signore di Milano si divertono con niente
Hanno i fianchi molto stretti e una bocca sorridente
Ma accidenti a questi sassi, sotto ai piedi fanno male
Le signore di Milano non ci sanno camminare
Qui, la gente viene e va Ma soprattutto viene per l’amore
Sai che qui si mangia proprio bene Si passano le ore, a cucinare
E così è facile sbagliare È un lago e non il mare
Profondo e può bastare
Le signore di Milano non ci sanno camminare
Hanno i tacchi troppo alti per i ciottoli di lago
Mentre io ho imparato bene, ho imparato così bene
Che ci posso volteggiare quasi senza farci caso
Le signore di Milano vanno in cerca di un amante
Hanno mani delicate e un accento più importante
Ma per queste nostre vie Fatte a ciottoli di lago
Le signore di Milano non ci sanno camminare
E il fondo è irregolare
Sai che qui, nell’acqua non c’è il sale Non c’è sabbia di mare
Sai che qui non piove quasi mai Ed è un bene per noi meteoropatici
Qui la nebbia non c’è mai Solo qualche volta un poco di foschia

• Un valzer per me
(Parole e Musica: P. Milzani)

Quando camminavo le strade di pietra
Mi nascondevo in una fitta pineta
Fuggito dai campi, dai campi di grano
Per non sentirmi chiamare villano• A casa di Dio
(Parole e Musica: P. Milzani) 
Dopo una vita, signor dottore
Con una donna ed una cicca tra le dita
Mi son trovato tra queste mura
Voi mi credete, siete buono di natura
Cosa bevete, signor dottore
Qui c’è un bel caldo che mi stimola la sete
Ma che diabete, chi è malato
E per favore non mi dica alcolizzato
A volte dormivo e pure sognavo
Mio padre diceva: "come sei bravo"
E quando nascevo mia madre gridava
Pregava chiedendo di indicarmi la strada
Nessuno suonò un valzer per me
Un ritmo incalzante di danza in tre
Nessuno teneva per caso un violino
Soltanto parole bagnate di vino
Prego maestro, sarà la tempesta
Il mio concerto per timpani e orchestra
Come in un coro di voci vibranti
Sarò il tenore, su tutti i cantanti
Nessuno suonò…
Lisa è più bella della mia vita
Mi disse: "ascolta, ora è finita"
Questo mio valzer è un lasciapassare
Per non sentire troppo il dolore
Cosa mi porta questo Natale
Sicuramente ancora una coppia del giornale
E un bel cestino pieno di stelle
Dove puoi frugare per trovar le caramelle
Cosa mi  importa se è Natale
Io faccio finta che sia il giorno più normale
La gente dice, signor dottore
Non son cattivo sono solo un po' vivace
In pieno inverno, come mi piace
Il vino bianco con il pesce sulla brace
Vivrò cent’anni, cent’anni almeno
Col mio bastone ed un cappello da signore
Io del dolore non mi lamento
La notte dormo come un ghiro e son contento
Cosa mi porta questo Natale
L’ingresso omaggio dentro al cinema comunale
Ma che fortuna se c’è la neve
Passo dopo passo starò attento a non cadere
Cosa mi importa se è Natale
Io faccio finta che sia il giorno più normale
Vorrei ballare, signor dottore
Ballare bene con un gusto popolare
Da militare ero il più bravo
Quando la musica smetteva continuavo
Vivrò cent’anni, che presuntuoso
E preparatevi a esser molto generoso
Voi siete ricco, io fortunato
Perché ricordo tutto quello che ho passato
Cosa mi porta questo Natale
L’ingresso omaggio dentro al cinema comunale
E un bel cestino pieno di stelle
Dove puoi frugare per trovar le caramelle
Cosa mi importa se è Natale
Io faccio finta che sia il giorno più normale

• Bonnie
(Parole e musica: P. Milzani)

Vestirò le cose più calde che ho
Per non sentire freddo
Quando tutti intorno si scateneranno, ma che fanno?
Io non ho salutato mia madre da tempo
E il giorno è un po' banale
Meno male ti sento vicino sussurrare
E a farmi sentire
Bella come te, così elegante come te
Dolcificante come te, Bonnie è come te
Bella come te, farei di tutto come te
Incontro al mondo come te, Bonnie è come te
Cosa c’è, è molto più forte di me
È come un fiume in piena
Mi disseta ed io non riesco a star lontano
Quando dici: “devo correre e scappare non sono tutti buoni amici”
Sì lo so, e non fermarti nemmeno un momento
Ma fammi sentire
Bella come te, così elegante come te
Dolcificante come te, Bonnie è come te
Bella come te, farei di tutto come te
Incontro al mondo come te, Bonnie è come te
Lungo tutta la notte, questa luna in cammino
Rotolando dal cielo, poi cade da me
Mi consola nel cuore e poi ti passa vicino
Come un raggio di sole
Che dedico a te

• Adieu Mon Amour
(Musica: P. Milzani Parole: P.Milzani – C. Comini PM: Chitarre, Basso, Voce) 

Adieu adieu mon amour
lascio tutto in mano a Dio
Ma il mio cuore tienilo tu
Adieu adieu mon amour
Non ricordo di preciso, mi sento un po' confuso
Chi ha diffuso questa falsa diceria
Che risulto sempre assente, poco e niente tengo a mente
Che probabilmente è una malattia
Se il problema fosse la memoria, non sarebbe cosa così seria
E ho bisogno di mangiare qualche dolce contro l’ipoglicemia
È davvero un bel mistero tutto falso e tutto vero
Chi è sincero dica la verità
Cosa mormora la gente che non vivo nel presente
Certamente vista la mia età
Se il problema fossero i miei anni, mi assicuro contro tutti i malanni
E mi faccio ritagliare fuori da ogni tua fotografia
Adieu adieu mon amour…
Non importa non è niente, son colpevole o innocente
Non dipende dalla mia volontà
Io che a fare l’imputato non ci sono abituato perdo fiato e perdo lucidità
Io per difendermi non ho parole, le ho consumate a regalarti viole
A costruire un tetto pronto all’uso se pioverà
Adieu adieu mon amour…
Non ricordo di preciso, mi sento un po' confuso
Chi ha diffuso questa falsa diceria
Che risulto sempre assente, poco e niente tengo a mente
Che probabilmente è una malattia
Se il problema fosse la memoria, non sarebbe cosa così seria
E ho bisogno di mangiare qualche dolce contro l’ipoglicemia

• Cosa darei
(Musica: P. Milzani Parole: P. Milzani)

Cosa darei questo giorno di maggio per avere il coraggio farei
Le carte false pur di avere la forza, di imprigionarti in una stanza e poi
Venire di notte, riempirti di botte immagina che cosa darei
Per poterti rigare quel visino da schianto, cosa darei per te
Nemmeno un momento, nemmeno un minuto
Un solo secondo, non ho molto tempo
Come vedi resto in piedi, anche senza te
Tranne poche lacrime, cosa darei per te
Cosa darei, per cacciarti in castigo, farti urlare ti prego sarei
Un perfetto animale dall’istinto bestiale, che non ti morde mai ma poi
Non vuole avere un motivo per sentirti dal vivo, immagina che cosa darei
Per vederti inciampare, inciampare e cadere. Cosa darei per te
Nemmeno un momento…
Cosa darei per restare da solo ad un'ora di volo, farei
Un biglietto di andata senza alcuna fermata, cosa darei per te
Per riuscire a capire se era meglio restare o se doveva finire così
Non ho altro da dire ma se devi partire, vattene lunedì

• Vado via
(Libera traduzione del brano "Far Away" Nell’originale: musica di Marcel Dadì e parole di Gary Peterson, Versione italiana: testo di P. Milzani)

Io vado via, sì vado via
Così lontano che potrei perdermi
Non piangerò ci riuscirò
Ci perdo poco, quel poco che ho
Comincio a bere vino e nostalgia
E un bel bicchiere colmo d’allegria
Poi vado via, sì vado via
Ovunque sia lontano da qui
Nessuno c’è, nessuno che
Anche mentendo mi chiami amore mio
Che vuoi che sia, mi basto io
E qualche ricordo da compagnia
Attraversando strade di frontiera
E calpestando fiori a primavera
Me ne andrò via, sì vado via
Lasciando un po' di quel vino per te
Io vado via, sì vado via
Così lontano che potrei perdermi
Non tornerò, ci riuscirò
Mi basta poco quel poco che ho
Attraversando strade di frontiera
E calpestando fiori a primavera
Me ne andrò via, sì vado via
Lasciando un po' di quel vino per te

• Ora
(Parole e musica: P. Milzani)

Il vento con il fiato Le nubi del passato
Ha già soffiato via
Ora
Nel caldo di un mattino Ti coccoli un bambino
E sai come si fa
Ora
Col fare da signora Sei bella più di allora
Che diavoli non hai
Ora
Di notte con dolcezza Sai muoverti in silenzio
E a fare piano vinci tu
Adesso, qui adesso, qui con me
Costringimi a ballare nel vortice con te
Puoi dirmi: non andare mai più via
Che andremo fino al mare, passando la collina
Ora
Il tempo ha cancellato I volti del passato
O se li è portati via
Ora
Con tutta la saggezza Soltanto una carezza
Rubata e nulla più
Adesso, qui adesso, qui con me
Costringimi a ballare nel vortice con te
Puoi dirmi: non andare mai più via
Che andremo fino al mare, passando la collina

• Corde
(Musica: P. Milzani)
Strumentale

• Corvina Nera
(live - Parole e musica: P. Milzani)

Raccontami una storia, raccontami una storia
che sia breve, che sia in rima
la imparerò a memoria
e poi non si sa mai
potrei averne bisogno un giorno
e raccontarla quando ritorno
C'era una volta una sirena
che si chiamava Corvina Nera
ed il suo canto ammaliatore
non aveva bisogno di parole
Raccontami una storia, raccontami una storia
che sia veloce, che sia vivace
non sia campata in aria, neppure troppo seria
che sa di acqua o che sa di mare
e poi non si sa mai
non vorrei perderla dopo un giorno
ma raccontarla al mio ritorno
C'era una volta una sirena
che si chiamava Corvina Nera
ed il suo canto ammaliatore
non aveva bisogno di parole

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